La recente notizia – arrivata il 7 aprile scorso – della morte del Presidente del Malawi Bingu wa Mutharika ha destato molta preoccupazione.
C’era infatti la paura che la sua morte portasse ad una lotta di potere per la successione. In base e nel rispetto della Costituzione del Malawi se il capo di Stato è inabilitato o muore durante il mandato presidenziale è il vice presidente a succedergli.
Ma il vice presidente, Joyce Banda, e Mutharika erano in disaccordo sulla successione fin dal 2010 e Banda – per questo motivo – era stata espulsa dal Democratic People’s Party (DPP), il partito di governo.
Il fratello di Mutharika, il ministro degli esteri Peter Mutharika, era stato scelto al posto della signora Banda per essere il candidato presidenziale del DPP alle elezioni del 2014.
Banda era stata eletta vice presidente nel 2009 ma dopo l’espulsione dal partito DPP aveva costituito il People’s Party, una mossa che gli alleati del vecchio presidente avevano pensato potesse eliminarla dalla corsa alla successione.
Le cose però sono andate diversamente.
Dopo notizie altalenanti sullo stato di salute del Presidente, fonti governative hanno assicurato alla BBC che Mutharika era clinicamente morto giovedì 5 aprile.
Sia la Gran Bretagna che gli Stati Uniti hanno subito richiamato l’attenzione sul rispetto delle leggi, esprimendosi a favore di una transizione in linea con la costituzione e mostrandosi preoccupati per il ritardo “nel trasferimento dei poteri”.
Il trasferimento però è avvenuto e Banda ha prestato giuramento come nuovo presidente del Malawi, diventando la prima donna capo di stato in Africa australe. Su questo argomento la stampa si è soffermata molto ricordando che la prima donna presidente di uno stato africano è stata Ellen Johnson Sirleaf e dimenticando completamente che in realtà la prima donna africana capo di stato è stata Ruth Sando Perry sempre in Liberia, dal settembre 1996 all’agosto del 1997.
Joyce Banda è nata nel 1950. Suo padre era un musicista conosciuto, sua sorella aveva trovato un incarico nel team della pop star Madonna. La sua attività è stata fortemente indirizzata alla concessione del potere alle donne.
Per prima cosa Joyce Banda ha invitato tutti i malawiani a mantenere la calma. Nel prestare giuramento si è impegnata a “difendere e preservare la costituzione” e a garantire in ogni modo i diritti del popolo secondo la legge.
Ha poi chiesto al parlamento di fare due minuti di silenzio in onore di Mutharika per poi proclamare 10 giorni di lutto nazionale.
“Io voglio che tutti noi guardiamo al futuro con speranza e con un grande spirito di unità” ha detto. “Spero sinceramente che non ci sia spazio per la vendetta”.
“Questo ha contribuito a radicare e consolidare una cultura democratica nel paese ed è una ventata d’aria fresca sul nostro continente dove le transizioni senza urti sono rare”, ha scritto il Sunday Times locale nell’edizione dell’otto aprile, mentre il quotidiano The Nation ha sottolineato “Noi ora potremo concentrarci sul compito gravoso di risolvere il caos innegabile in cui è immerso il nostro paese”.
Le linee direttrici del programma del partito di Joyce Banda – che non ha la maggioranza – riguardano gli investimenti privati, il rilancio dell’agricoltura commerciale e la diversificazione delle esportazioni, che in gran parte dipendono dal tabacco.
Per Undule Mwakasungula, presidente del Comitato consultivo per i diritti dell’uomo, “è importante che la nuova Presidente lanci rapidamente riforme politiche ed economiche”. “Tutta l’economia è a terra perché i finanziatori sono partiti. Io penso che, per cominciare, la presidente debba riguadagnare la fiducia dei donatori”, ha aggiunto.
Una fiducia che, in realtà, è stata “maltrattata” dal vecchio presidente. Mutharika era riuscito all’inizio del suo primo mandato a porre fine ad una terribile carestia lanciando una politica di finanziamento dei piccoli agricoltori. Una scelta che ha malgrado tutto finito per prosciugare le finanze dello stato, già indebolito da un prezzo basso del tabacco. Privato della valuta necessaria per importare il carburante, il Malawi si è ritrovato a fare i conti con scarsità croniche che hanno reso ancora più fragile la sua economia.
A questo vanno aggiunte le derive autocratiche del defunto presidente che hanno contribuito a indebolire l’immagine del paese agli occhi dei finanziatori, portandoli, alla fine, a sospendere il loro aiuto.
Nonostante la comunità internazionale non “abbia ancora aperto il portafoglio”, ha tuttavia salutato benevolmente Joyce Banda, sottolineando il carattere pacifico della transizione.
BIANCA MARIA CARCANGIU, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna
Fonti: BBC News – Jeune Afrique – News24