Non è ancora in commercio ma sta già accendendo le speranze dei maggiori sostenitori dell’energia pulita ma anche di chi abita o lavora nei paesi in via di sviluppo.
Si tratta della “foglia artificiale” messa a punto dal professor Daniel Nocera e il suo team presso il Massachussets Instute of Technology (MIT – Cambridge) e presentata al 241° meeting nazionale dell’ “American Chemical Society” a Anaheim – California – il 27 marzo. Per niente simile alla sua controparte naturale, la foglia artificiale è in realtà una cella solare poco più sottile di una carta da poker in grado di riprodurre al suo interno il meccanismo della fotosintesi clorofilliana con cui le foglie, quelle “vere”, sono in grado di trasformare la luce del sole e l’acqua in energia.
Secondo quanto riportato dal comunicato dell’ACS, il professore ha rilevato come l’idea della foglia artificiale non sia nuova. La prima, infatti, è stata prodotta circa dieci anni fa dal team del professor John Turner del National Renewable Energy Laboratory a Golden (Colorado – USA). Quel primo prototipo tuttavia non poteva avere valore commerciale poiché composto di materiali altamente rari e costosi che potevano durare un solo giorno senza possibilità di essere riutilizzati.
Il team del prof. Nocera è stato in grado di produrre una nuova “foglia artificiale” con materiali comuni e poco costosi. Come funziona? Semplice: mettete la foglia in un recipiente d’acqua ed esponetelo al sole. I catalizzatori di cui si compone la foglia – il nikel e cobalto – daranno origine alla fotosintesi, moltiplicandone e potenziandone il processo: sono in grado, infatti, di separare la molecola dell’acqua in idrogeno ed ossigeno, come una normale foglia.
A questo punto i due gas vengono inviati ad una cella in grado di utilizzarli come combustibili per la produzione di energia elettrica. La foglia del prof. Nocera sarebbe così in grado di riprodurre dieci volte più energia di una normale foglia ma sono già previsti dei potenziamenti. Con la capacità attuale, tuttavia, la foglia può supplire le necessità di un’intera abitazione in un paese in via di sviluppo con poco più pi una bottiglia d’acqua al giorno, compresa quella già utilizzata negli usi domestici. L’idea è far sì che ogni casa abbia il proprio impianto in grado di produrre tutta l’energia di cui una famiglia ha bisogno al minimo costo e con un impatto ambientale ridotto quasi a zero.
Secondo quanto riportato dal comunicato stampa della conferenza, il professore ha affermato: “La foglia artificiale è stata per decenni una sorta di “Sacro Graal” per la scienza. Noi crediamo di essere riusciti a trovarlo. La foglia artificiale è particolarmente promettente come fonte economica di energia per le case delle popolazioni povere nei paesi in via di sviluppo. […]. Si possono immaginare villaggi in India o in Africa comprare, a costi particolarmente contenuti, sistemi di produzione di energia basati su questa nuova tecnologia”.
Effettivamente, i primi passi verso la commercializzazione sembrano già in corso. Secondo quanto riportato dal sito www.livemint.com, il colosso automobilistico indiano Tata avrebbe già firmato un accordo con i ricercatori del MIT per costruire nei prossimi 18 mesi una prima centrale elettrica, grande quanto un frigorifero. Questo potrebbe “reinventare il sistema di distribuzione dell’elettricità in ambito rurale” e portare energia ai milioni di persone che ancora ne sono esclusi.
E’ una scoperta che potrebbe essere davvero rivoluzionaria e che merita assolutamente di essere seguita con attenzione. Si è solo ai primi stadi della ricerca e i primi articoli non sono stati ancora pubblicati sulle riviste scientifiche, anche se il primo è già al vaglio della rivista Science. Staremo a vedere!
MARIA SERRENTI, CSAS- Centro Studi Africani in Sardegna
Fonte: ACS |Mail Online |Wired.co.uk |Corriere.it |Livemint.com