Storie di parto tra sicurezza medica ed emotiva. Riflessioni dall’incontro con immigrate di origine senegalese

Posted on 29 Ott 2011


Per il completamento del Master sull’Immigrazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ho voluto accostarmi al tema della maternità, cercando di capire se l’individualizzazione e la crescente medicalizzazione siano sempre intese come un’emancipazione. Il mio interesse è stato quello di comprendere le dinamiche legate alla situazione migratoria e sentire, da voci privilegiate, le esperienze vissute in un Paese africano, il Senegal, e in un altro europeo, la Francia, legati tra loro da un passato coloniale che ha segnato sino ad oggi politiche e mentalità.

Con la creazione di un testo in cui le Storie intersecano la Grande Storia, la ricerca si è svolta a partire dai concetti di Embodiment (Incorporazione) e di Agency (Re-azione), considerando il corpo come mezzo di comunicazione tanto individuale quanto storico-sociale. Esso, prodotto dell’interazione tra le esperienze personali e le pratiche codificate socio-culturalmente, ha mostrato come i soggetti re-agiscano attivamente iscrivendo su di sè il proprio vissuto.

La prima parte del lavoro propone una ricostruzione cronologica dei principali passaggi che hanno segnato la storia della maternità, sia in Francia che in Senegal. A partire da questa vengono evidenziate le trasformazioni -rispetto alle presenze, al luogo, ai modi e alle competenze – verificatesi dal momento in cui le donne per partorire hanno dovuto delegare il controllo dell’evento e del proprio corpo a persone, a loro sconosciute e sempre più lontane dal loro ambiente di vita, ritenute specializzate. Tali mutamenti sono stati contestualizzati all’interno dei processi nei quali si sono sviluppati, rapportandosi alle trasformazioni delle strutture familiari e sociali modificatesi seguendo i bisogni materiali delle popolazioni o di chi le governava.

La seconda parte del lavoro comprende invece l’analisi e la proposizione di estratti  delle interviste, raccolte tra gennaio 2009 e marzo 2010, a donne di origine senegalese migrate nella regione parigina che hanno voluto mettere a disposizione di questa ricerca le loro esperienze di gravidanza, parto e puerperio. Qui trovano spazio i percorsi, le emozioni, i bisogni, le aspettative, i conflitti, i cambiamenti e le resistenze di ciascuna per mantenere il controllo del proprio corpo e della propria sessualità. Un’attenzione particolare è dedicata alla percezione di sicurezza i cui requisiti si sono rivelati molto più complessi dei bassi indici di morbilità e mortalità, perinatali e materne, stabiliti dal sistema medico ma ampliati sino ad includere il rispetto della propria dignità e intimità, una chiara informazione sulla salute e sulle procedure, una serena e indisturbata relazione con il bebé, l’assimilazione della maternità nella vita quotidiana e la salute a lungo termine.

L’incontro con queste donne, che custodiscono la memoria di altre modalità di percepire sé stesse e di partorire, ha portato alla luce teorie e saperi empirici rispetto al corpo femminile e alle tecniche di maternage in grado di ampliare il bagaglio di conoscenze personali e collettive, mostrando come l’incontro tra le persone sia la condizione fondamentale per l’evoluzione delle società.

MARIA GIOVANNA CASU, laureata in antropologia all’Università Sapienza di Roma