Quotidianità o rito: preparando il tè verde…

Posted on 26 Ott 2010


Conosciuto in tutto il Maghreb con il nome “shai”, il tè verde rappresenta un elemento di tradizione e quotidianità della popolazione araba e, in particolare, dei nomadi del deserto che ne fanno largo uso come bevanda dissetante e rigenerante.

Le origini storiche del suo consumo non sono certe, ma, probabilmente, sono legate agli scambi commerciali intrattenuti dagli Ottomani con la Cina che hanno favorito l’introduzione del prodotto nella cultura del Nord Africa. Infatti, se il suo “rituale” è tipico del mondo maghrebino, il tè verde è rigorosamente di produzione cinese!

Non riguarda un momento o un orario preciso, ma, generalmente, è un gesto che viene ripetuto più volte al giorno, così come non conta che sia a casa, al bar o in altri luoghi, l’importante è che venga consumato in compagnia e, soprattutto,  in un’atmosfera di convivialità.

Le sue proprietà sono molteplici: è, infatti, una bevanda rinfrescante ma anche ricostituente e digestiva e, spesso, rappresenta il coronamento di un pasto, in particolare, di quello serale.

La vera particolarità di questa bevanda è legata alla sua preparazione che, per gli arabi, è sacra. Soprattutto in Marocco, dove è stato dichiarato bevanda nazionale, il “saper fare” il tè è considerato una forma d’arte.

Ha piccole varianti da Paese a Paese e da famiglia a famiglia, ma le regole di base sono sempre le stesse:

a)      strumento indispensabile è la classica teiera dal collo lungo che viene bagnata con l’acqua calda prima che vi si pongano dentro le foglioline di tè;

b)     viene versata una prima parte d’acqua calda con il solo scopo di lavare il tè e successivamente completamente eliminata (costituisce, infatti, la parte più amara);

c)      a questo punto vengono aggiunti abbondante zucchero, la menta e, infine, l’acqua calda che deve riempire la teiera;

d)     dopo l’infusione, che dura dai cinque agli otto minuti, il tè viene versato nei bicchierini (mai nelle tazze) e riversato nella teiera cercando di mantenere un’altezza di 15-20 centimetri, il tutto ripetuto per tre volte. Questo meccanismo consente agli ingredienti di miscelarsi e di creare una leggera schiuma in superficie.

Il tè è pronto per essere servito e può essere decorato con foglioline di menta o con l’aggiunta di pinoli. Spesso viene accompagnato dai tipici dolcetti nordafricani di frutta secca, all’acqua d’arancio o di rose (attenzione, ricchi di calorie!).

È classico dare il benvenuto agli ospiti intorno a un mida, tipico tavolino basso circondato da cuscini adagiati sul tappeto, e fare della pausa tè un vero e proprio momento di socializzazione. La consumazione, infatti, dura, solitamente, molto tempo per via della temperatura della bevanda ma anche perché il bicchiere viene riempito continuamente.

Inoltre, è consuetudine servire il tè mentre si intrattengono affari così come avviene, per esempio, nei bazar durante le trattative di vendita.

MARCELLA TRAMATZU, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna


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