Franco è italiano, Jennifer è , invece, una prostituta nigeriana. Dopo un rapporto in macchina, i due si trovano costretti – rocambolescamente – a passare l’intera notte insieme. Comincia, così, una particolare amicizia.
Franco ha modo di conoscere la drammatica e devastante realtà dello sfruttamento della prostituzione e del racket che di fatto rende schiave, in Italia, tante giovani straniere. Franco vuole conoscere, capire e aiutare ma allo stesso modo, fiuta il business, e a sua volta ne trae beneficio.
Vincitore del Premio John Fante nel 2009 e finalista al Premio Calvino nel 2010, quello di Alberto Mossino è più di un romanzo, quasi un saggio, non necessariamente solo sul mondo della prostituzione nigeriana ma anche – come scrive l’editore nella nota introduttiva – «sull’ignoranza, il male peggiore per chi vuole affrontare e risolvere i problemi, o semplicemente conoscerli».
L’ignoranza non è solo quella di Franco ma anche – continua l’editore – quella di molte ragazze. E anche «quella di operatori sociali, ingabbiati nella dicotomia tra donna perduta e vittima da salvare. E quella della brava gente, dei cittadini normali, resi zombie […] dalla propaganda martellante dei razzisti e delle televisioni».
Il linguaggio è crudo e assolutamente rappresentativo dei contesti che racconta. L’autore non ha nessuna paura di cadere nel politicamente scorretto. Del resto, Mossino si occupa di immigrazione da lungo tempo, sa di cosa parla, lo dimostra e lo racconta.
MICHELE CARBONI, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna
Link: terre libere.org
Il romanzo può essere acquistato dal sito della casa editrice, in formato cartaceo ma anche in pdf.