Nobel per la Pace 2011: il riconoscimento (anche) a due donne africane

Posted on 12 Ott 2011


Mesi fa, vi avevamo raccontato della campagna per assegnare il Nobel per la Pace 2011 alle donne africane. In un certo senso, possiamo dire che la proposta è stata accolta, solo che invece che destinarlo a tutte indistintamente, il comitato che assegna il premio ne ha selezionate due in particolare, Ellen Johnson Sirleaf e Leymah Gbowee, entrambe liberiane, insieme alla yemenita Tawakkul Karman.

Effettivamente, assegnare un premio a circa mezzo miliardo di donne sarebbe stato logisticamente impossibile, dato che il Nobel per la Pace prevede la consegna a ciascun vincitore di un attestato e di una medaglia individuali, oltre ad una quota del premio monetario, attualmente pari a circa 1 milione di Euro. In pratica, centinaia di emissari del comitato norvegese quello per la pace è l’unico Nobel assegnato in Norvegia invece che in Svezia – avrebbero dovuto pattugliare il continente africano per consegnare a ciascuna donna che incontrassero sul loro cammino l’equivalente di circa due centesimi di euro a testa (oltre a medaglia e attestato), magari pretendendo pure di farsi dare il resto!

Scherzi a parte, di fatto il Nobel per la Pace è stato sempre assegnato o a singoli individui, o ad organizzazioni come il Comitato Internazionale per la Croce Rossa o l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati – quindi entità legalmente autorizzate a ricevere un contributo monetario. Se siete interessati a consultare la lista dei beneficiari del premio sin dalla sua istituzione nel 1901, basta cliccare qui. Scorrendo la lista si trovano una serie di personaggi non proprio noti per posizioni pacifiste à la Gandhi (che peraltro, pur essendo stato nominato varie volte, non vinse mai), ma che sono stati premiati per i loro tentativi di fare la pace, pur avendo fatto anche la guerra.

Tornando all’attualità, abbiamo quindi tre donne premiate “per la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per il diritto delle donne a una piena partecipazione al lavoro di costruzione della pace (peace-building)”. Per quanto ci siano sicuramente molti punti di contatto, per altri aspetti le tre vincitrici non potrebbero essere più diverse tra loro.

Ellen Johnson Sirleaf, 72 anni, è una politica di spicco, attualmente presidente della Liberia (e prima donna ad essere eletta capo di stato di un paese africano), in piena campagna elettorale per un secondo mandato – le elezioni si tengono martedì 11 ottobre. Proprio per questo motivo, l’attribuzione del Nobel è parsa ad alcuni osservatori inopportuna, dato che potrebbe favorirla rispetto agli altri candidati. Tra l’altro, sembra che la Sirleaf nel 2005 avesse promesso di candidarsi per un solo mandato. Ma l’accusa più pesante nei suoi confronti è quella di aver finanziato alcune fazioni armate durante la guerra civile liberiana, cosa che in parte lei stessa ha confermato, ammettendo di aver dato in passato dei fondi al signore della guerra ed ex presidente Charles Taylor, che si preparava a rovesciare il regime di Samuel Doe, pure lui salito al potere tramite un colpo di stato. Sembra un po’ in contrasto con la “battaglia non violenta” per la quale è stata premiata, ma tant’è.

La sua connazionale Leymah Gbowee, non ancora quarantenne, ha invece un percorso più coerente con l’idea non violenta del Nobel per la Pace: fu infatti l’organizzatrice di un movimento femminile pacifista, Women of Liberia Mass Action for Peace, che riuscì a convincere i signori della guerra a portare avanti le trattative di pace. Tra le loro azioni di protesta non violenta, si ricordano glgli incontri di canto e preghiera al mercato, le marce di migliaia di donne che indossavano t-shirt bianche come simbolo di pace, e lo sciopero del sesso. Alla fine l’ebbero vinta, e la guerra finì nel 2003. È anche grazie a loro che la Sirleaf ha potuto essere eletta presidente nel 2005.

La yemenita Tawakel Karman Al-Mekhlafi, trentaduenne, non è solo la più giovane delle tre, ma anche la più giovane in assoluto tra i vincitori del Nobel per la Pace, oltre che la prima donna araba ad essere insignita del premio.  Tawakel Karman Al-Mekhlafi è una giornalista, attivista per i diritti umani, membro del partito di opposizione Al-Islah, ma soprattutto uno dei volti della Primavera Araba in Yemen. Nei mesi scorsi, infatti, è stata tra gli organizzatori delle proteste contro il regime, ispirate alle rivoluzioni in Tunisia ed Egitto, e per questo è stata anche arrestata. Tuttavia, almeno sinora, le proteste non sono riuscite a scalzare il presidente Ali Abdullah Saleh (al potere dal 1978, prima della nascita di Tawakel), il quale ha annunciato pochi giorni fa di essere pronto a dimettersi. Dato però che non è la prima volta che fa dichiarazioni del genere, senza farle seguire dai fatti, non sembra molto credibile.

ANNALISA ADDIS, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna


Nei prossimi giorni, AFFRICA.org pubblicherà delle biografie più dettagliate di Ellen Johnson Sirleaf e di Leymah Gbowee – non perché Tawakel Karman non ci piaccia, anzi!, ma perché, come dice il nostro nome, ci occupiamo del continente africano.