Dopo quasi una settimana di attesa e diversi problemi “tecnici”, i risultati ufficiali annunciati dalla Commissione Elettorale (IEBC) nella giornata di sabato hanno attribuito ad Uhuru Kenyatta della Jubliee Coalition la carica di Presidente del Kenya con 6.173.433 voti. É stata superata di pochissimo (0,068%) la soglia del 50% necessario ad evitare il secondo turno elettorale, in netto contrasto con le previsioni dei sondaggi.
“Le previsioni sono state elaborate sulla base di un processo elettorale standard. Non potevamo prevedere ad esempio che i seggi sarebbero stati aperti fino a tardi e che i computer non avrebbero funzionato” ha dichiarato l’agenzia Infotrak.
Per contro, a livello locale i sondaggi si sono dimostrati abbastanza corretti. Come previsto, a Nairobi le cariche di Governor e Senator sono andate rispettivamente a Evans Kidero (ODM) e Mike “Sonko” (TNA). Simili dinamiche si sono riscontrate a Mombasa, Kakamega e altri grossi centri.
Nonostante le innovazioni introdotte a livello mediatico dal dibattito presidenziale pre-elettorale e dall’ampia gamma di candidati tra cui scegliere, i Kenyoti hanno fatto le loro scelte elettorali attaccandosi ancora piú saldamente al voto su linee etniche, come dimostrano le bassissime percentuali ottenute dai 6 candidati minoritari e la corrispondenza delle aree di prevalenza delle due coalizioni di maggioranza a determinate composizioni etniche.
Il leader della coalizione sconfitta CORD, Raila Odinga si oppone all’elezione del suo avversario e ha scelto di percorrere le vie legali presentando istanza alla Corte Suprema per contestare la legittimitá dell’elezione di Uhuru Kenyatta alla Presidenza del Kenya. “Proveremo che i voti ottenuti da Uhuru sono stati gonfiati di almeno centinaia di migliaia, tra le altre irregolaritá” ha affermato durante la conferenza stampa. Sotto processo anche il fallimento “tecnico” del sistema elettronico che avrebbe dovuto garantire risultati tempestivi e affidabili, ma che in realtá ha portato all’azzeramento dell’intero processo di conteggio ed il ritorno ex novo a metodi manuali. Secondo gli avvocati del CORD i problemi tecnici sono stati intesi deliberatamente per lasciare spazio a manipolazioni del conteggio elettorale. “Pressoché ogni strumento impiegato dalla Commissione Elettorale in queste elezioni si é rivelato inefficace: dai registri cartacei al server elettronico, alla trasmissione telefonica, niente ha funzionato, nonostante i miliardi di denaro pubblico spesi per acquistarli”.
L’Occidente mantiene la cautela nelle dichiarazioni, complimentandosi con i kenyoti per aver esercitato il loro diritto di voto in maniera pacifica ma senza direttamente congratularsi con Kenyatta per la vittoria. I paesi dell’ Ue avevano precedentemente annunciato che le loro delegazioni avrebbero evitato ogni contatto non strettamente necessario con le parti politiche implicate nel processo della Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanitá. Resta ancora da vedere se i paesi occidentali manterranno la coerenza delle loro posizioni, ma di certo é in fase di rielaborazione la strategia di interazione tra questi paesi ed il Kenya, con probabili conseguenze negative nel campo degli aiuti allo sviluppo.
Nairobi, 11 marzo 2013
HELENA PES – Laureata in Scienze Politiche all’Università di Cagliari, ha poi continuato gli studi a Bologna dove si e’ specializzata in Cooperazione e Sviluppo Locale e Internazionale. Dal 2009 vive e lavora in Kenya, dove scrive e collabora con l’ONG italianaWorld Friends. Attualmente si occupa di comunicazione e cura l’”osservatorio” in vista delle prossime elezioni in Kenya.
Quest’articolo è stato pubblicato su World Friends Onlus.