“La musica è storia, e la storia è vita, e finché le storie degli uomini troveranno un canto e una melodia, non moriranno”.
Tre racconti che rivelano come – nell’angolo d’Africa in cui sono ambientati, il Senegal – l’importanza del legame con la propria terra e la trasmissione delle memorie e delle tradizioni rappresenti un elemento essenziale della cultura e della società.
Il desiderio di conoscere la storia per poterla custodire e tramandare, caratterizza il percorso del piccolo Lamin che rinuncia a seguire la tradizione di famiglia di orafi e fabbri per diventare un Griot. Punto di svolta nel suo cammino è l’incontro con Idrissa, “un viaggiatore” che “va dove le gambe lo portano”, una figura affascinante che “custodisce nella sua memoria ogni fatto, lieto, buffo o tragico, per generazioni”. Idrissa, non potendo passare il testimone al figlio naturale, è convinto che la sua conoscenza andrà persa (“poveri re, nessuno canterà più le vostra gesta e la vostra grandezza, anche su di voi si posa la polvere e il tempo cancella le vostre gesta”). La ricerca di qualcuno degno di prendere il suo posto (“e questa volta seminerò le mie canzoni nel vento, chissà che non riescano a mettere radici da qualche parte e crescere”), porta i frutti sperati e il piccolo Lamin, senza pensarci troppo, decide di seguire il suo “padre adottivo”. Con entusiasmo, il protagonista diviene custode di storie e fatti che, altrimenti, verrebbero dimenticati perché “i ricordi sono come profumi portati dal vento, non li puoi mettere in bottiglia”.
Sebbene il suo destino sia diverso, anche Mor Drop, il protagonista della seconda storia, è interessato ai racconti, in particolare quelli del nonno. Viene spaventato con descrizione di coloro che “abitano al di là del mare” che, definiti Tubaab, “hanno il colore della manioca, candidi come il latte di capra e i capelli dritti e gialli come spighe d’orzo”. Convinto dalla vecchia Fatima che queste persone “mangino”, cambia idea quando conosce Valerié, una bambina francese che trascorre le vacanze in Senegal. I due amici crescono e la profezia annunciata a Mor Drop dall’indovino si avvererà: Valerié rinuncerà a una borsa di studio per l’Inghilterra per rimanere in quella terra dalla quale, ormai, non può staccarsi (“sono legata a questo paese. Mi appartiene e gli appartengo”).
Il terzo racconto gira intorno a un’altra ricchezza dell’Africa e del Senegal: le donne. Pape parte dal suo paese per trovare un lavoro migliore in Francia e lascia le sue donne: la moglie Faty, la mamma Amina, la primogenita Benna e la piccola Diery, che nascerà poco dopo la partenza del padre. “La vita è dura per una famiglia di donne”, ma l’aiuto e la solidarietà della comunità, valori tipici della cultura senegalese, non mancano. In questo modo “la vita nella casa delle donne andava avanti con il ritmo abituale” ma quando Faty e Amina si accorgono di non poter aspettare l’aiuto di Pape, decidono di rimboccarsi le maniche: spolverano i vecchi telai e iniziano a realizzare tessuti. “Le donne – che, una accanto all’altra, sembravano rappresentare le età della vita umana” creano delle stoffe singolari in quanto “dentro c’è qualcosa di speciale, come se tra i fili della trama fosse rimasta impigliata un po’ dell’anima della loro terra”. E il loro lavoro, che oltrepassa il mare per essere apprezzato anche in Europa, sancisce il successo de “la casa delle donne”.
I tre racconti hanno un filo conduttore comune: “oltre al rapporto fra uomini vi sono legami – che si lacerano, cambiano e nascono – tra ogni essere umano e la terra”. Legami che non possono essere tralasciati perché da essi siamo spesso condizionati.
Un libro breve che, grazie anche alle illustrazioni di Tamara Zambon, è piacevole da leggere e da sfogliare. Adatto ai più giovani, ma da consigliare a tutti. Si può comprare direttamente dal sito della casa editrice Kappa Vu (cliccando qui).
MARCELLA TRAMATZU, CSAS – Centro di Studi Africani in Sardegna
Il griot è una figura tipica dell’Africa Occidentale Subsahariana e rappresenta il depositario della storia orale che trasmette e racconta in versi e a suon di musica. Soprattutto nelle aree rurali, la sua presenza è considerata indispensabile in celebrazioni particolari quali battesimi, matrimoni, funerali.
More Sow lavora in Italia dal 1987. Tra le altre cose, collabora alle iniziative di integrazione degli stranieri e di promozione della cultura senegalese.
Luigina Battistuta ha collaborato come traduttrice con diverse case editrici per bambini e ha realizzato diverse raccolte di racconti brevi.