Dopo circa 15 mesi dalla caduta del regime Mubarak e una rivoluzione che non si è ancora del tutto spenta, il popolo egiziano si accinge a recarsi nuovamente alle urne, stavolta per l’elezione di colui che sarà il prossimo presidente della Repubblica Araba d’Egitto, il primo dopo 30 anni di dittatura.
Un passo importante per la storia di questo paese, che è anche un tassello fondamentale nel puzzle delle relazioni internazionali tra il Medio Oriente e l’Occidente. L’Egitto si è sempre contraddistinto per il suo ruolo di mediatore tra questi due mondi, e per i suoi buoni rapporti, contestati da altri paesi arabi, con Israele. Ora le cose potrebbero cambiare a seconda della politica del prossimo capo di stato.
La strada che ha portato alla compilazione della lista ufficiale dei candidati non è stata né facile né indolore. Ovviamente nessuno era pronto a tale avvenimento fino a poco più di un anno fa, e la corsa alle candidature è stata confusa e frenetica, con candidati inaspettati, manifestazioni, squalificazioni e ricorsi. Alla fine i candidati sono tredici, ma quelli che pare abbiamo una reale possibilità di vincere le elezioni sono probabilmente solo due o tre.
La prima ondata di votazioni si svolgerà il 23 e 24 maggio, mentre per cittadini egiziani all’estero le elezioni si sono svolte la settimana precedente.
Qui di seguito i candidati uno per uno, partendo dai principali e con una maggiore possibilità di vittoria.
►Abdel Moneim Aboul Fotouh
Nato al Cairo nel 1951, è conosciuto per essere un islamista dalle vedute apparentemente moderate e per la sua opposizione ai governi prima di Sadat e poi di Mubarak. Negli anni da universitario, Aboul Fotouh si fece ricordare per una discussione con l’allora presidente Anwar Sadat, accusando lui e i suoi collaboratori di scorrettezza per aver vietato a Mohamed El-Ghazali, famoso islamista, di parlare in pubblico, simbolo della repressione del presidente verso i Fratelli Musulmani (da ora FM). Ha fatto parte dei FM sino al 2011, quando è stato espulso per la sua candidatura indipendente alla presidenza del paese, mentre il movimento aveva inizialmente annunciato che non avrebbe avuto canditati alle elezioni presidenziali. I suoi trascorsi da attivista contro le dittature lo hanno visto arrestato tre volte, la più lunga per ben cinque anni durante il regime Mubarak per appartenere ai FM allora banditi.
Aboul Fotouh si fa forza del suo passato nei FM e delle sue vedute moderate, proponendosi come l’unico candidato capace di bilanciare Islam e democrazia. Inoltre, per dimostrare il suo essere liberale e il suo impegno nel proteggere le minoranze, ha annunciato che nominerà vicepresidente una donna o un cristiano copto, e che molti dei suoi ministri saranno giovani sotto i 45 anni, la generazione che più è stata presente durante la rivoluzione del 25 Gennaio. È a favore di un governo presidenziale, e del ritiro della giunta Militare il più presto possibile, assieme alla fine dei processi militari nei confronti dei civili.
►Amr Moussa
Nato al Cairo 1936, è un volto ben noto agli egiziani per via del suo lungo operato nella Lega dei Paesi Arabi e nelle Nazioni Unite, e per la sua carriera diplomatica. È stato anche Ministero degli Esteri durante il regime Mubarak che lasciò per il mandato nella Lega Araba. Ha una lunga carriera nel campo delle relazioni internazionali in Egitto, e le sue vedute anti israeliane lo hanno reso popolare. La popolarità di Amr Moussa è vacillante per via della sua posizione neutrale durante la rivoluzione, e le contraddizioni che si possono facilmente evincere dai suoi discorsi e affermazioni.
Nella sua campagna elettorale fa tesoro della sua popolarità e del suo criticismo nei confronti dello Stato di Israele, nonostante abbia menzionato la necessità di mantenere un rapporto pacifico tra i due paesi. Auspica una serie di riforme che aiutino lo sviluppo del sud del paese e lo portino allo stesso livello del Cairo e di Alessandria. Ha più volte ribadito l’importanza dell’integrazione di tutti gli egiziani a prescindere da religione e provenienza, e la necessità del rafforzamento del ruolo sociale delle donne e dei giovani. Inoltre, durante la sua campagna elettorale che lo sta portando in molte località minori dell’Egitto, ha ribadito più volte il bisogno di riforme nei campi dell’educazione e della salute. Nonostante le ambiguità e la sua criticatissima appartenenza al regime Mubarak, i sondaggi lo danno come uno dei favoriti alle elezioni.
►Ahmed Shafik
Nato al Cairo nel 1941, Ahmed Shafik si presenta alle elezioni come candidato indipendente, anche se tutti lo considerano il candidato dell’esercito. Una lunga carriera nell’aereonautica militare l’ha visto prima pilota di caccia, poi comandante dell’Aereonautica Militare, ed infine Ministro dell’Aviazione durante il regime di Mubarak. Durante le proteste che hanno portato alla fine del regime l’ex presidente Mubarak l’ha nominato Primo Ministro il 29 gennaio 2011, carica dalla quale si è dimesso dopo circa un mese.
Il punto forte di Shafik è il suo operato come ministro, nonostante ultimamente siano state sollevate nei suoi confronti delle accuse di corruzione ed altri crimini che però non sono ancora state né affermate né negate. Durante la rivolta nel 2011, Ahmed Shafik non si è mai dichiarato in favore dei ribelli, ma è sempre rimasto fedele al regime Mubarak, fatto che non va di certo a suo favore durante la propaganda pre-elezioni. Inoltre, facendo lui stesso parte dell’esercito, non si è mai pronunciato riguardo all’operato della Giunta Militare che attualmente governa il paese.
►Mohammed Morsi
Nato nel governatorato di Sharqia nel 1951, è il candidato del Partito di Libertà e Giustizia (del quale è presidente) nato in seno al movimento dei Fratelli Musulmani. Ha un passato da Parlamentare durante il regime Mubarak, come indipendente in quanto i FM erano banditi dalle cariche politiche, dal 2000 al 2005. La sua candidatura è stata presentata a poche ore dalla scadenza qualora l’altro candidato dello stesso partito, El Shater, sarebbe stato escluso (come effettivamente è successo).
Mohamed Morsi supporta il progetto “Nahda” (che in arabo significa rinascimento) secondo il quale la nazione dovrebbe rinascere secondo i principi islamici. È favorevole ad un sistema parlamentare, anche se potrebbe rivelarsi necessario un sistema misto parlamentare e presidenziale in una prima fase di transizione. Morsi è considerato una figura conservativa, in linea con l’ideologia dei FM che vedono un uomo musulmano alla presidenza del paese, ed un gruppo di studiosi islamici a stipulare le leggi.
►Hamdeen Sabahi
Nato a Baltim nel governatorato di Kafr El Sheikh nel 1954, è un candidato indipendente e membro dell’opposizione sin prima della rivoluzione del 2011. È stato membro del Parlamento dal 2000 al 2010, ed è uno dei co-fondatori del Movimento Kefaya che dal 2004 si batte contro la corruzione. Nel 1996 fondò il Partito Al Karama, di stampo nasserista. È famoso per il suo confronto, nel 1977, con l’allora capo di stato Anwar Sadat, quando durante una conferenza con gli studenti egiziani criticò pubblicamente la politica dell’allora presidente. È stato arrestato per opposizione al regime. Ha apertamente supportato la rivoluzione, alla quale peraltro ha partecipato di persona.
Sabahi trova l’appoggio di molte menti di sinistra, nonostante nessun partito lo abbia riconosciuto come suo candidato. Auspica un sistema democratico, ma sottolinea l’importanza di delineare e limitare i poteri del presidente. Inoltre, e questo è il suo punto forte agli occhi della maggioranza degli elettori, si batte per la giustizia sociale, causa per la quale ha un passato da attivista ben noto alle masse. Si impegna inoltre ad aumentare il salario minimo a 1200 lire egiziane (circa 150 euro) imponendo una tassa del 10% agli stipendi annuali maggiori ai 50 milioni di lire egiziane. È favorevole a un maggiore impegno nella questione palestinese e a una minore influenza americana nella politica del paese. Riguardo alle relazioni dell’Egitto con Israele, ha espresso la necessità di rivedere e modificare l’accordo di Camp David, ma non annullarlo.
►Khaled Ali
Nato nel 1972 nel governatorato di Daqahlia, è il più giovane dei candidati. Attivista politico, ha fatto parte della rivoluzione dello scorso anno, dove più volte è stato visto in prima linea con il resto della popolazione; presenza che gli è anche costato l’arresto . Si proclama contro la Giunta Militare e chiede che venga messa sotto processo per i crimini commessi da quando ha preso il potere. Nel 2009 ha fondato il Centro Egiziano per i Diritti Sociali ed Economici, del quale ne è tuttora il direttore. È un candidato indipendente e non ha mai fatto parte di nessun partito politico.
Al centro della sua campagna elettorale troviamo la giustizia sociale, e la promessa di migliorare le condizioni di contadini e impiegati. Sostiene che l’Egitto non abbia bisogno di fondi esteri ma piuttosto di riforme. Si impegna perciò a riformare l’educazione per eliminare l’analfabetismo e offrire a tutti una scuola pubblica migliore e gratis. Si impegna a valorizzare il settore pubblico e rendere quello privato più competitivo. Si è battuto nella lotta alla corruzione, e ne fa una priorità nel suo programma elettorale.
►Abdullah El-Ashal
Nato nel 1945 nel governatorato di Sharqia, è il candidato del Partito di Autenticità, salafita ed ultra conservatore nato dopo la rivoluzione. Tra le altre cose, ha una lunga carriera nelle relazioni internazionali fino al grado di assistente del Ministro degli Esteri, ed è anche professore di diritto internazionale all’Università Americana del Cairo.
Nel programma elettorale promette di ridurre la disoccupazione in 4 anni, ed di attuare una riforma dell’agricoltura. È favorevole alla revisione del trattato di pace con Israele.
►Mohammed Selim El-Awwa
Nato ad Alessandria nel 1942, è un candidato indipendente. È un insigne islamista, ma la sua posizione è considerata moderata nonostante appoggi persino il regime iraniano. Non si è mai opposto alla giunta Militare, e ciò gli ha fatto guadagnare diverse critiche.
È propenso ad un sistema misto presidenziale e parlamentare, e ha ribadito il bisogno di scrivere una costituzione che tenga in considerazione i bisogni di tutti gli egiziani. Riguardo al trattato con Israele, ha affermato che una volta che la situazione in Egitto si sarà stabilizzata, tale trattato va rivisto.
►Hisham El-Bastawisi
Nato al Cairo nel 1951, è un candidato del Partito Nazionale Unionista Progressista. Laureato in giurisprudenza nel 1976, la sua carriera è avanzata sino a diventare vicepresidente della Corte di Cassazione. Per via della sua aperta critica al regime Mubarak migrò in Kuwait, ed è tornato in Egitto solamente dopo la rivoluzione del 2011. La sua candidatura è appoggiata anche dal movimento del 6 Aprile.
La propaganda elettorale di El-Bastawisi dà particolare importanza all’educazione, e si impegna ad offrire una scuola gratis a tutti fino alle scuole superiori. Supporta un sistema misto presidenziale e parlamentare, e ha affermato che la legge islamica resterà una delle basi del diritto, ma non la sola, così da confortare i secolaristi. Inoltre, si oppone alla Giunta Militare e crede che questa debba essere processata per i crimini a discapito della popolazione avvenuti dal momento della presa del potere. È inoltre favorevole alla revisione del trattato con Israele, ma non della cancellazione.
►Abul-Ezz El-Hariri
Nato nel 1944 nel governatorato di Daqalia, è il candidato del Partito dell’Alleanza Socialista Popolare, di cui è uno dei fondatori. Ha lavorato nel parlamento per diversi anni, ma si è sempre opposto al regime Mubarak. Inoltre, si è sempre impegnato per la giustizia sociale, impegno che gli è costato la rimozione dell’immunità parlamentare per il suo coinvolgimento in diversi scioperi dei lavoratori, e sempre per lo stesso motivo è stato arrestato più volte. È insomma un volto non nuovo nella politica del paese, e vanta un lungo passato da attivista. Si è sempre opposto alla Giunta Militare.
Nella sua agenda, qualora venisse eletto, c’è la cancellazione del trattato di Camp David con Israele, al quale si è sempre apertamente opposto, e l’impegno nel campo della giustizia sociale.
►Mohammed Fawzi Eissa
Nato nel 1967, è il candidato del Partito della Generazione Democratica. È un avvocato, e ha un passato nella polizia.
La sua propaganda si concentra sulla giustizia sociale, la riforma dell’educazione, e si impegna a rafforzare i sindacati.
►Mahmoud Hossam El-Din Galal
Nato ad Alessandria nel 1964, è un candidato indipendente. Laureato nell’Accademia Militare, ha lavorato anche nelle Nazioni Unite nel campo dei diritti umani.
Si impegna a ripristinare la sicurezza nel paese e a migliorare ed aumentare la produzione agricola.
►Hossam Khairallah
Nato nel 1945, è il candidato del Partito Democratico per la Pace. Nel 1964 si è laureato all’Accademia Militare, e successivamente ha iniziato la sua carriera nelle forze armate fino a diventare un membro dell’intelligence egiziana.
La sua campagna elettorale si concentra sulla disoccupazione e lo sviluppo economico. Inoltre, si impegna a rivedere il trattato con Israele.
SIMONA CAMPIDANO, si è laureata in Lingue e Comunicazione dall’Università di Cagliari con una tesi in “Apprendimento/insegnamento dell’arabo come lingua seconda”. Al Cairo da 3 anni per approfondire lo studio della lingua araba, ha vissuto in Siria, Spagna e Inghilterra.