“Camping” di Abdelkader Djemaï

Posted on 23 Apr 2012


Il primo campeggio per un adolescente è sempre un’esperienza unica. Lo è maggiormente per il protagonista di Camping che, in una calda estate della fine degli anni Ottanta, trascorre alcuni giorni con la sua numerosa famiglia al Marmitta, campeggio algerino a “zero stelle”.

Camping di Abdelkader Djemaï è un racconto in prima persona affidato a un ragazzino di undici anni, che narra con occhi sognanti e un linguaggio semplice un mondo per lui nuovo, un campeggio frequentato da vari personaggi, diversi dai soliti che incontra nella sua quotidianità. Ci sono gli stranieri e c’è chi sogna l’Europa, chi si porta la casa dietro per pochi giorni o chi, per allontanarsi dalla stretta convivenza con una decina di persone in una piccola abitazione in città, ha con sé solo l’indispensabile.

È l’estate del primo vero amore, Yasmina, figlia di emigrati algerini in Francia, che rappresenta anche il primo contatto con una cultura diversa e un mondo forse irraggiungibile.

Ma si tratta di un’estate particolare e indimenticabile anche perché “era poco prima che la tensione salisse come latte sul fuoco e che le seccature cominciassero a riversarsi sul paese”. Infatti, quella seguente sarebbe stata “un’estate di cenere”, con le elezioni, l’ascesa del Fronte Islamico di Salvezza (FIS) e la guerra civile. Un susseguirsi di eventi che trasforma in poco tempo l’Algeria in un Paese “alla deriva”. Quindi Camping, nella sua semplicità, racconta anche un’Algeria che non c’è più e che non potrà essere più così.

Con la fine del campeggio, primo e ultimo per il piccolo undicenne, finisce forse anche l’infanzia, all’improvviso e duramente.

MARISA FOIS, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna


Abdelkader Djemaï (1948) è autore di racconti, opere teatrali e romanzi. Ha ricevuto il Prix Découverte Albert Camus e il Prix Tropiques ed è stato nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere.


Abdelkader Djemaï, Camping, Nottetempo, Roma 2003