Riscaldato da un caldo sole primaverile, si sta tenendo in questi giorni a Marsiglia il Sesto Forum Mondiale sull’Acqua, la più importante manifestazione internazionale sulla gestione delle risorse idriche organizzata ogni tre anni dal Consiglio Mondiale sull’Acqua (World Water Council), un’organizzazione internazionale con sede a Marsiglia fondata nel 1996.
Il Forum – che dal 12 al 17 Marzo riunirà oltre 20 mila rappresentanti del settore pubblico e privato, dell’università e della società civile provenienti da 170 Paesi diversi – punta a trovare soluzioni per poter garantire l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari agli oltre 2 miliardi di persone per cui questo traguardo è ancora un miraggio. Uno dei continenti più colpiti da queste problematiche è l’Africa, cui il Forum ha dedicato la terza giornata di lavoro, ribattezzata “Africa Day” e caratterizzata da numerose presentazioni volte a sensibilizzare sulle principali criticità. Una di queste è senza dubbio la crisi nel Corno d’Africa, dove diverse stagioni consecutive di siccità hanno portato milioni di persone al confine della sopravvivenza.
Il punto della situazione viene dato in maniera chiara dal quarto UN World Water Development Report, presentato al Forum dal Programma Mondiale sull’Acqua – il Programma UNESCO con sede a Perugia di cui tuttavia pochi in Italia sono a conoscenza – che mette in guardia sull’aumento esponenziale della domanda globale d’acqua e sui problemi legati all’aumento della popolazione. Secondo una stima del Population Reference Bureau (PRB), la popolazione dell’Africa subsahariana raggiungerà 1.245 milioni nel 2025 e 2.069 milioni di persone entro il 2050.
Circa il 66% del territorio Africano è arido o semi-arido, e più di 300 degli 800 milioni di persone che vivono nell’Africa subsahariana non hanno abbastanza acqua per soddisfare i propri bisogni di base. Inoltre, solo il 31% della popolazione ha accesso ad adeguate strutture igienico-sanitarie, con un importante divario tra centri urbani, dove il tasso sale al 44%, e aree rurali, in cui si è al 24%. Per di più, malattie legate all’acqua come la malaria e il colera, costituiscono una seria minaccia per la salute che aggrava ulteriormente la situazione.
Tali problemi richiedono azioni immediate e non parole; su questo sono d’accordo anche gli organizzatori del Forum, che per questa edizione hanno scelto come slogan “il tempo delle soluzioni”. Una decisione concreta è stata già presa. Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Niger, Ciad, Francia, Italia e Svizzera hanno promesso 80 milioni di dollari per portare acqua potabile e servizi igienici in alcune aree rurali africane tramite un’iniziativa dell’African Water Facility.
Sul fronte eventi e sensibilizzazione, l’Unesco ha annunciato che – in seguito alla proposta presentata dalla delegazione del Tajikistan durante il quinto Forum mondiale sull’acqua tenutosi a Istanbul nel 2009 – il 2013 sarà “l’Anno internazionale della cooperazione nel settore idrico”, con la speranza che questa iniziativa acceleri il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio (MDG) che l’ONU si è impegnato a raggiungere entro il 2015. I paesi africani invece, si danno appuntamento al Cairo dal 14 al 18 Maggio per la quarta Africa Water Week, dove l’acqua sarà ancora una volta al centro del dibattito.
FILIPPO MENGA – Dottorando presso il Dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni dell’Università di Cagliari. Si interessa, tra l’altro, di idropolitica, prevenzione dei conflitti e diritti umani.
Foto di Verdina Satta