Ricardo Rangel. Uno sguardo – mozambicano – sul Mozambico

Posted on 31 Gen 2012


Autoritratto, © Ricardo Rangel 1972

Siamo abituati a vedere foto dell’Africa scattate da stranieri, e queste foto spesso sottolineano l’esotico, il diverso: l’albero di baobab, la moltitudine dei bambini, i colori vivaci di un mercato o delle vesti di una donna, l’animale feroce. Cosa colpisce, invece, lo sguardo di un africano?

Ricardo Rangel era un grandissimo fotografo africano, e sicuramente il più importante del Mozambico. Di padre greco, con ascendenze africane, europee e cinesi – un vero e proprio “melting potante litteram – Rangel era nato nel 1924 in quella che allora si chiamava Lourenço Marques (ribattezzata Maputo dopo l’indipendenza), e crebbe con la nonna africana nei sobborghi della città. La sua vita è anche al centro di un bellissimo documentario girato dal regista mozambicano Licinio de Azevedo  e intitolato Ferro em brasa, che significa “Ferro rovente”, dal marchio a fuoco impresso sulla fronte di un bambino africano immortalato in una delle sue più celebri fotografie.

© Ricardo Rangel 1960

Si avvicinò alla fotografia negli anni ’40, lavorando come apprendista nel laboratorio di un fotografo. Nel ’52 fu assunto come fotografo dal giornale “Noticias da tarde”, il primo “non-bianco” in una redazione giornalistica mozambicana. In quegli anni, infatti, la dominazione coloniale portoghese era ancora ben salda, e praticava una politica di aperta discriminazione razziale, contro la quale Rangel si batterà anche attraverso le sue fotografie. Molte delle sue immagini furono per questo censurate dalle autorità coloniali, ed altre addirittura distrutte e quindi perse per sempre. Negli anni successivi lavorò per varie testate, e nel 1970 fu tra i fondatori della rivista “Tempo”, caratterizzata da una forte opposizione al regime coloniale, e per questo divenne obiettivo della famigerata polizia segreta portoghese, la PIDE.

Dopo l’indipendenza, ottenuta nel 1975, e negli anni della guerra civile (1977-1992) Rangel ebbe un ruolo importante sia nel documentare ciò che avveniva in Mozambico – molti fotografi e giornalisti bianchi avevano infatti lasciato il paese –, sia nel formare le nuove generazioni di fotografi. Nel 1983, grazie anche al sostegno della Cooperazione Italiana, Rangel fondò un archivio fotografico e  scuola di fotografia, che poi avrebbe preso il nome di Centro di Documentazione e Formazione Fotografica di Maputo – CDFF.

© Ricardo Rangel 1970

Molte delle fotografie di Rangel sono state poi raccolte in dei libri; uno di questi, intitolato “Pão nosso de cada noite”, traducibile come “Il nostro pane notturno” (proprio in contrapposizione al “pane quotidiano” della preghiera) mostra immagini scattate negli anni ’70 nei locali della Rua Araujo, dove le giovani mozambicane si prostituivano, spesso con i militari portoghesi. Una di queste ragazze è diventata famosa come “la BB della Rua Araujo”, e non è poi tanto difficile capire perché.

Rangel è scomparso nel 2009, ad 85 anni, ma la sua opera continua ancora oggi attraverso il CDFF, che mantiene un importantissimo archivio fotografico e continua a formare le nuove generazioni di fotografi. Oltre che attraverso donazioni, il CDFF si mantiene fornendo servizi quali sviluppo e stampa di fotografie, e anche recupero di fotografie danneggiate. Purtroppo al momento l’archivio digitale del CDFF non è più consultabile online, ma ci auguriamo che torni ad esserlo al più presto, affinché tutti possano accedere alla memoria fotografica del Mozambico. 

ANNALISA ADDIS – CSAS, Centro Studi Africani in Sardegna