Si è svolto all’insegna di importanti novità il XVIII Vertice dell’Unione Africana che, dal 23 al 30 gennaio, ha animato la città di Addis Abeba. A contraddistinguere l’evento l’assenza di un leader storico, il Colonnello Gheddafi, padre dell’Unione Africana, promotore degli Stati Uniti d’Africa e principale finanziatore dell’organizzazione. Accanto a questa assenza, però, anche l’entrata di un nuovo Paese, il Sud Sudan al quale è stato dato il benvenuto come 54° membro dell’UA.
Tra le altre novità l’apertura della nuova sede che, grande e sfarzosa, è stata realizzata grazie ai finanziamenti del Governo cinese e inaugurata per l’occasione. E proprio i rappresentati cinesi hanno dato il via ai lavori con un discorso incentrato sull’importanza della partnership Cina-Africa e sull’impegno per rafforzare il dialogo esistente, anche attraverso la concessione di un ingente finanziamento (circa € 72 milioni) destinato a sostenere l’UA nei prossimi 3 anni.
Hanno presieduto al vertice non solo i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri, ma anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, il quale ha chiesto ai rappresentanti dei governi africani di impegnarsi per una maggior applicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Secondo Ban Ki-Moon, infatti, solo attraverso il rispetto dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali è possibile creare le condizioni per la stabilità e lo sviluppo del Continente. Il Segretario, inoltre, ha posto particolare attenzione alle donne e ai giovani: alle prime deve essere data la possibilità partecipare maggiormente alla vita politica e, ai secondi, deve essere garantito un futuro migliore attraverso azioni che combattano la povertà e la disoccupazione.
Di carattere economico il tema centrale del vertice: “Promuovere il commercio interafricano”. Questa priorità e sorta dalla constatazione che, nonostante la crisi internazionale, l’Africa continua a registrare un tasso di crescita favorevole – intorno al 6% – con previsioni positive per il 2012. Ma, poiché la diminuzione di esportazioni verso i Paesi ricchi e il conseguente aumento del prezzo dei prodotti – soprattutto idrocarburi e materie prime – fanno temere un rischio di inflazione diffusa, è necessario rafforzare gli scambi intra-africani che, attualmente, rappresentano appena il 10% degli scambi totali dei Paesi africani. L’aspetto economico, però, deve essere affiancato da misure che favoriscano la stabilità e la sicurezza, azioni che rafforzino l’integrazione continentale e iniziative che promuovano lo sviluppo di infrastrutture come mezzo per combattere la povertà.
Punto caldo dell’incontro è stata la corsa per la Presidenza della Commissione, l’organo esecutivo dell’UA. La sfida si è disputata tra il presidente uscente, il gabonese Jean Ping, e il Ministro degli Interni del Sudafrica, Nkosazana Diamini-Zuma, ex moglie del Presidente Jacob Zuma. Nessuno dei due candidati, però, ha ottenuto la maggioranza necessaria (2/3 dei voti) per la nomina. Le elezioni, quindi, sono state rimandate al vertice di Malawi del prossimo giugno.
Ciò che, però, è emerso è la profonda divisione che sussiste tra la maggior parte dell’Africa occidentale e orientale, che sostiene Ping, e buona parte dell’Africa anglofona che sostiene Zuma.
Nessun ostacolo, invece, si è presentato per la nomina del Presidente di turno all’Unione Africana, carica che, secondo il principio di rotazione previsto, quest’anno doveva essere affidata a un Paese dell’Africa occidentale. Il presidente uscente, l’equato-guineanoTheodor Obiang Nguema ha consegnato le redini al Capo di Stato del Benin, Thomas Boni Yayi il quale, speranzoso, si è augurato che il 2012 “sia per l’Africa un anno di benedizione, pace e prosperità”.
MARCELLA TRAMATZU, CSAS – Centro Studi Africani in Sardegna
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* Muhamar Gheddafi è stato il promotore della trasformazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana in Unione Africana, ufficialmente nata con il Vertice di Sirte del 1999. L’idea del Colonnello era creare un’entità sovranazionale (con potere decisionale negli ambiti della difesa e della politica estera) che agisse come polo unico africano nel dialogo internazionale.
Non più rappresentata dal suo leader, la Libia ha partecipato al Vertice con una delegazione. Dall’ottobre 2011, infatti, sebbene non ancora riconosciuto da molti Paesi dell’Unione, il Consiglio Nazionale di Transizione ricopre un proprio seggio all’Ua.
Fonti: AU, Atlasweb.it