“Molto più di un gioco” di Chuck Korr e Marvin Close

Posted on 27 Gen 2012


Sudafrica, fine anni sessanta. Sono gli anni bui dell’apartheid, della feroce repressione contro la popolazione non bianca. Siamo nella prigione di Robben Island, nota ai più per aver ospitato il futuro presidente Nelson Mandela per diciotto dei ventisette anni di carcere che sconterà per la sua attività politica. Mandela e altri condannati ritenuti particolarmente pericolosi vengono rinchiusi in celle di isolamento, ma ci sono anche molti altri detenuti nel carcere, tra cui molti altri dissidenti politici. Anche se non sono formalmente in isolamento, le possibilità di contatti con l’esterno sono ridotte al minimo, sono costretti ai lavori forzati in una cava, e le loro condizioni di detenzione sono drammatiche.

Molto più di un gioco è la storia di come questi detenuti, in maniera assolutamente inaspettata – probabilmente imprevedibile anche per gli stessi promotori – abbiano deciso di restare umani chiedendo e ottenendo di poter giocare a calcio. Nonostante la fatica dei lavori forzati, nonostante la durezza del carcere. E se inizialmente si trattava giusto di dare due calci a un pallone di stracci,  possibilità comunque non scontata per loro, più tardi si arriverà ad una vera e propria federazione, con tanto di regole scritte, e diverse “serie” di gioco, dai professionisti ai dilettanti.

Il libro ricostruisce dettagliatamente tutti gli avvenimenti che portarono i carcerati di Robben Island ad ottenere la possibilità di giocare a calcio, e racconta anche di come poi questo diritto sia stato esercitato. Se già è interessante vedere come dei detenuti, già fisicamente provati, fossero ansiosi di poter correre dietro ad un pallone, ancora più importante è scoprire ma che l’impegno nella Federazione è servito ad alcuni di loro per tenere in allenamento non solo i muscoli, ma pure il cervello. Infatti, e qui il lettore si stupisce davvero, vi era un’estrema attenzione per la documentazione di ogni evento, sempre in uno stile impeccabile, e soprattutto per il rispetto delle regole. Non bisogna dimenticare che molti di loro erano stati incarcerati per il solo fatto di essere dissidenti, senza un processo equo, spesso torturati, costantemente alla mercé dei guardiani e del loro umore del momento. Per queste persone, ricordarsi ogni giorno che almeno nell’ambito del calcio le regole esistono, devono essere rispettate, e qualora non lo siano ci deve essere un giudizio equo, assumeva un’importanza straordinaria. Ed è per questo che anche persone che non avevano mai mostrato interesse per lo sport si avvicinarono al calcio, se non a quello giocato, perlomeno alle attività organizzative.

ANNALISA ADDIS – CSAS, Centro Studi Africani in Sardegna.

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Molto più di un gioco è il frutto delle ricerche dello storico americano Chuck Korr che, dopo aver visionato dei documenti originali, ha iniziato ad intervistare alcuni dei protagonisti. Resosi conto della particolarità del materiale che aveva raccolto, e dell’importanza di farlo conoscere ad un pubblico ampio, Korr ha deciso di non scrivere un articolo accademico, ma la sceneggiatura di un film (qui il trailer in inglese), scritta insieme al drammaturgo Marvin Close. Successivamente, i due hanno deciso trarne questo libro.

In Italia, Molto più di un gioco è pubblicato dalla casa editrice Iacobelli, accompagnato da una prefazione di Gianni Rivera, e lo si può acquistare online qui.