Golpe e democrazia in Mali. Ci salverà la cultura?

Posted on 6 Apr 2012


“Quando sono scesa dall’aereo, di ritorno dalle mie vacanze a Parigi, ho avuto l’impressione di essere caduta in un buco”, mi disse Rokia, una giovane ragazza di Bamako.

In effetti arrivare in Africa nera per la prima volta assomiglia a scivolare in una pozzanghera polverosa, soprattutto se la meta finale è Timbuctu. “In città esistono 20 spezie – si dice al mercato – la 21esima è la sabbia. Buon appetito!!”

Tombouctou, dicono in lingua francese i nativi, o Tobuctù, in una delle varianti locali, si trova nel Mali settentrionale; un luogo antico, seducente e sacro allo stesso tempo, circondato dal deserto e costeggiato dal fiume Niger.

La Mystérieuse è uno dei suoi epiteti più comuni ma, in realtà, quali segreti nasconde questa parte di Sahara? Lasciamo agli ufologi parte delle risposte, di sicuro nella città dei 333 Santi la sabbia ha nascosto e protetto una realtà leggendaria che rimanda all’eldorado medioevale, quando Timbuctu era una meta ambita da viaggiatori, pellegrini e intellettuali.

Di cosa stiamo parlando esattamente? Parliamo di manoscritti, meravigliosi testi ricamati a mano, in cui è impresso ciò che chiamiamo lo scibile medioevale.

Come in Europa i monaci hanno custodito la memoria storica, filosofica, medica, cattolica, fisica, così in Africa gli intellettuali islamici hanno raccolto e trascritto la ricchissima produzione di Avicenna e dei filosofi arabi, ma anche trattati di medicina, giurisprudenza, teologia e poesia.

Tutto questo avveniva a Timbuctu, luogo di produzione e diffusione della cultura islamica che tra il XIV e il XVI raggiunse il massimo splendore, quando contava 2500 studenti su una popolazione di 100.000 abitanti, 180 scuole coraniche e ospitava una delle prime Università islamiche nella fabulosa Moschea di Sankoré.

Oggi siamo ben lontani da quella ricchezza materiale e morale eppure dopo qualche settimana di esplorazione, la città arriva ai sensi del visitatore come una scarica elettrica: mercati polverosi  incastonati nelle pietre del Sahara, banchi ricolmi di pesci enormi provenienti dal Niger, officine in cui si lavorano le porte marocchine, monumentali moschee di fango e.. last but not least le biblioteche di manoscritti arabi.

Si, in città esistono strutture organizzate che si occupano di custodire, catalogare, digitalizzare e valorizzare il patrimonio scritto del Continente nero, localizzato per buona parte nella regione di Timbuctu.

Il primo centro – IHERI-AB – nasce intorno al 1973, si tratta una biblioteca statale che conserva 25.000 esemplari; in realtà svariate famiglie possiedono dei tomi, tuttavia i fondi privati con una collezione considerevole sono circa 21, dei quali 5 aperti al pubblico.

Ma cosa pensano i cittadini tombouctiens di questa ricchezza?

Sono andata a chiederglielo armata di questionario e in molti hanno idee vaghe circa il valore del patrimonio documentale. Un artigiano di gioielli alla domanda: “Secondo lei i manoscritti rappresentano l’identità della città?”.  Ha avuto un momento di follia suicida: “Cosa significa rappresentare signorina? Sta parlando di rappresentazioni del profeta per caso?”

“Oh no certo che no” mi affretto a rispondere, “dico solo se lei ritiene che siano importanti per la città”. “Si è ovvio”, mi ha risposto.

Ho intervistato gli studenti e non ne sapevano tanto neanche loro, però riconoscono che la città cresce e si sviluppa grazie a questa risorsa culturale.

Il Mali è un paese con una varietà etnica linguistica e culturale impressionante, è sede della cultura scritta africana ma anche della cultura animista tra le più controverse al mondo: i Dogon.

Presenta attrattive turistiche dal potenziale enorme e organizza grandi eventi di respiro internazionale: nel sud la sua capitale ospita Rencontres de Bamako, la biennale africana della fotografia, mentre al nord – nel territorio di Timbuktu – troviamo il mitico Festival au Désert, perché il Mali è anche blues! Malinconico, erotico e scalcinato paese in via di sviluppo.

La notte tra il 21 e il 22 marzo, i militari golpisti prendono il potere, scacciano lo storico Presidente Amadou Toumani Touré e sospendono la Costituzione.

Daouda, la guida Dogon che mi ha accompagnato alla falesia di Bandiagara – dove la magia trasuda dalle rocce – mi ha scritto una mail chiedendomi di inviargli del contante, “non si lavora più tanto col turismo” dice.

Che ne sarà di tutta questa ricchezza, dei manoscritti, la Ong Savama che gestisce 4 biblioteche private, riceve finanziamenti dalla Ford Foundation, in una prospettiva di impegno e sviluppo chiara, in un paese considerato tra i più solidi e democratici dell’Africa dell’Ovest.

Che ne sarà del patrimonio scritto?

I ribelli Touareg hanno ripreso a combattere per conquistare il nord del Mali e il 2 aprile sono entrati a Timbuctù; i gruppi islamici armati loro alleati hanno imposto la Shari’a nella notte tra il 3 e 4 aprile.

Golpe, ribellione e gli artigli di al-Qaida rendono il quadro decisamente preoccupante.

E Timbuctu si ricorderà di quando era una città dotta e tollerante?

Per adesso tante speranza e qualche attesa, nei gruppi Facebook creati dai giovani maliani si discute, si cercano cause e responsabilità ma la parole più ricorrenti sono: democrazia e pace. E noi facciamo il tifo per loro.


SILVIA GRECA RITA FLORIS si è specializzata alla tsm-Trento school of management e si occupa di management per l’arte e la cultura. Ha trascorso 6 mesi in Mali dove ha realizzato lo studio “Tombouctou et ses bibliothèques: la lumière du desert”.

Per saperne di più:

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